domenica 7 giugno 2009

Il senso dominante

Perchè mai una protesi vocale perenne potrà esser lo strumento più consono a supportare l' umanità desiderosa di espandere e velocizzare le proprie connessioni? Perchè quello dell' udito sarà il senso dominante dopo la lunga fase dell' ipervisione totale. Lo profetizza da tempo Daniele Pitteri, un acuto sociologo specializzato nei linguaggi della pubblicità.

Probabilmente – seppur con apparente lentezza – l’umanità sta uscendo dall’epoca in cui la vista è stata il senso dominante e, contemporaneamente, si sta avvicinando (anzi per certi versi vi è già entrata) ad un’epoca in cui sarà l’udito ad acquisire un progressivo predominio sugli altri sensi.
È come se negli ultimi vent’anni la nostra capacità di vedere fosse giunta rapidamente alla soglia di saturazione, forse perché – ma questo richiederebbe un ragionamento molto lungo – è stata sottoposta ad una frequenza di stimolazione sempre più intensa, tanto da offuscare la naturale capacità degli uomini di operare delle distinzioni attraverso la vista.
L’uomo ha bisogno, arrivato ad un certo grado di saturazione, di trovare forme di rigenerazione, cosicché un poco alla volta pare che stia affiorando una nuova capacità di intendere il mondo e che questa nuova capacità sia guidata dall’udito, un senso la cui costante acquisizione di importanza ha seguito – con uno scarto di alcuni secoli – più o meno lo stesso percorso che ha consentito alla vista di divenire il senso dominante.
Si è trattato di un susseguirsi, a intervalli sempre più ravvicinati nel tempo, di nuove modalità di comunicazione, di nuove sensibilità estetiche, di nuove tecnologie. Un lunghissimo processo che ha iniziato una progressiva accelerazione a partire dal tardo rinascimento, epoca in cui gli strumenti musicali hanno cominciato ad evolversi e a divenire più complessi e sofisticati e che dall’Ottocento in avanti ha coinvolto, con il melodramma, masse di persone sempre più vaste. Poi c’è stato il telefono, poi c’è stato Caruso, i primi grandi successi discografici, la radio, il rock’n’roll, il jukebox, il dolby, il walkman, il cellulare.


tratto da "L'intensità e la distrazione" (Franco Angeli 2006) nel capitolo "Frequenze vocazionali"

2 commenti:

  1. Nonostante la tesi sia affascinante, dubito che la vista perderà mai la sua predominanza. La comodità di poter rifruire immediatamente della parola scritta, il coinvolgimento estatico ormai totale e lo stretto legame con la sessualità saranno difficilmente sostituibili con parallele comodità uditive

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  2. Non saprei dire se in futuro l'udito sará il senso dominante però noto che, per quanto veloci si possa digitare su una tastiera, la parola scritta é lenta. Ben venga la PVP, sono ansiosa di vedere gli sviluppi di questa applicazione.

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