domenica 14 giugno 2009

Disputa tra smanettologi e vocalisti

"Gianluca, dire che "nulla è più immediato che parlare" manda a puttane 2500 anni di riflessioni sul linguaggio, che tutto gli puoi dire, ma non di essere "immediato", pena la contraddizione in termini. A meno che, per colpa delle tastiere, non mi sei diventato un nostalgico dei bei tempi della nonna, quando non avevamo altro che la voce per comunicare ed eravamo tutti analfabeti. Ma comunicavamo più immediatamente? Ho i miei dubbi

A parte il tono pixellato che ricorda la voce del Golem, quel che vedo è una mappa borgesiana uno a uno. Se non si può taggare e "resta voce", ha perduto la sua connotazione "social" o deve rimediare con il "vecchio mezzo" della scrittura, come facciamo in questi commenti. (…)

Anche il richiamo alla "burinaggine" di Fb mi pare indicativo del progetto, chiaramente neo-elitario (non che la cosa mi scandalizzi, tutt'altro) ma forse è questo insegure l'elite in un mezzo che d'elite non è che mi pare frustrante." (Piero Vereni)

Non son qui a contrastare il passatismo dei nostalgici del cyberpresente, che la verità non sia data dalla velocità non l' ho mai detto. La velocità è qui sinonimo di semplicità d' interfaccia, non è da tutti un Blackberry a portata di mano o protesi simili. Quando diciamo che la PvP è un sistema immediato significa chiaramente che pubblica on line in minor tempo e senza bisogno di apparati complessi. Chi parla con la Pvp è all' istante on line, anche se fosse un totale incompetente digitale

Non è giusto che la smanettologia sia la sola virtù che stabilisca la gerarchia del pensiero in rete, occorre che si ripristino scale di valori oggettivi svincolando capacità di elaborare pensiero da altrettanta attitudine a trasferirlo in rete. La PvP vorrebbe abbattere in parte il tentativo diffuso di mistificazione sull' identità. Una voce più che un testo e una foto alterata rivela genere, età, latitudine di provenienza, cultura e reale elaborazione del pensiero.

Una frase pronunciata rivela identità e offre profondità. Esattamente l' opposto di chi in rete simula identità e profondità con pipparolesche evoluzioni copincollate. A me tutto questo socialculto ha un pò saturato. Non mi pare che l' ipertaggazione stia portando a risultati esaltanti, se non nella direzione del labirintico e affastellato.

Mi pare che comunque il così detto web2.0 abbia espresso già una sua èlite; è quella dei suoi esegeti e commentatori. La PvP vorrebbe rompere il ciclo dell' autoalimentazione mediatica, anche chi non si presenta come esperto di web ha diritto di cittadinanza nel web.

La PvP come si presenta ora non fa testo, è solo una sperimentazione tecnica dell' applicazione, l' idea che segue è quella di un medium a impatto mentale zero e semplificato nella pubblicazione. Non trovo che nulla sia più facile e immediato che parlare, la voce ce la portiamo sempre con noi, tastiere e affini sono già un' interfaccia complessa rispetto al semplice aprir bocca.



2 commenti:

  1. eppure il linguaggio è immediato, è comunicazione pure, lo scritto è mediato, è un supporto di memoria come possono esserlo tanti altri
    Questo non significa e non sta ad indicare cosa sia meglio o peggio, il linguaggio parlato è immediato, una improvvisazione comunicativa, filtrata solo dall'abilità di elaborare concetti nel medesimo istante in cui gli stessi vengono proferiti, la parola scritta ha la necessaria profondità di chi vuole e può prendersi tutto il tempo per esprimersi
    E' appunto mediata

    a parte questo... trovo veramente piacevoli, strani, forse da un punto di vista voyeuristico, quei messaggi quasi rantolati, di corsa, tra un auto scansata e il metrò da prendere, l'amica che non capisce o capisce troppo bene il tuo intento e ti manda a quel paese ed i rumori di fondo..
    a me hanno dato l'impressione dell'equivalente alle fotografie, ma ovviamente solo di suono
    Belle anche perche' prove, vissute come qualcosa che non deve aver un senso compiuto ma narrare un percorso
    mi piace..
    vediamo come continua :)

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  2. Disputare fra i sensi non ha senso. Perché rinunciare ad avere di ognuno la peculiarità che gli è data? La scrittura, di cui il web (e non solo) è saturo, ci ha accompagnato e sempre ci accompagnerà con la legittima pretesa ogni volta di stabile qualcosa di certo o (falsamente) di vero. Sappiamo che non è così stabile come vorrebbe farci credere. La scrittura si vede dunque E'. Il godimento è nel controbattere meditando le frasi 8compiacimento dell'intelletto). Godimento ammaliante e lecitissimo. La PvP ci sfida nel saper cogliere il messaggio “debole” del suono della voce (o meglio divenuto debole in epoca di rumore assordante). Ci sfida nella velocità dell’ascolto e nella rinuncia al trattenimento. Nel lasciare che il suono faccia il suo percorso, venga digerito, resista alle cose solide.... come un sogno. La protesi forse vuole farci ritrovare l’abbandono alla sottile intelaiatura dell’accadere, lasciando anche degli spazi di silenzio, di incertezza.

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